domenica 21 ottobre 2007

Il garbuglio

Non voglio lanciare nessuna mia frase famosa ma solo un modo di vedere la vita che mi appartiene anche se non l'ho individuato io, tra i tanti possibili. Ecco quindi un pensiero di Carlo Emilio Gadda, anzi del suo mitico commissario Ingravallo. Trovo che la sua filosofia vada a pennello con la realtà che mi circonda. E la vostra, di realtà, come è?


"Sosteneva, fra l’altro, che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti. Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo. Ma il termine giuridico «le causali, la causale» gli sfuggiva preferentemente di bocca: quasi contro sua voglia".

2 commenti:

Demian ha detto...

Ebbene si, garbuglio. Tutto questo succedersi di casualità (?) piacevoli e non, aspettate e non. Ci produce e ci rende parti di questo immenso vortice brulicante che è la vita.
Un garbuglio bello grosso.
Un abbraccio, a presto.

Unknown ha detto...

il pasticciaccio e' un bel libro.
Gia' in questo frammento si coglie di Gadda il suo essere junghiano, quel voler credere che non esistono cause lineari e conseguenze logiche ma bensi' un grande serbatoio che e' l'immaginario collettivo da cui tutti peschiamo noi stessi. Dove le coincidenze si chiamano sincronicita'.
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